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Sport e disabilità a NeveUisp/2

Stefano Curti è al cancelletto di partenza: la sua è una discesa indiscutibilmente diversa dalle altre. Affronta le porte al buio, fidandosi della vista altrui, affidandosi a quelle parole ascoltate con l'interfono che gli indicano traiettorie e cambi di pendenza. Parole che lo guidano, restituendogli la gioia e l'emozione di sciare nonostante un campo visivo limitato. Questa è la storia e la realtà di Stefano, un ragazzo ipovedente dello sci club Fanano 2001 di Parma che insieme a Mirco Panizzi, guida alpina per disabili, è l'apripista della Rassegna nazionale di Slalom gigante che si è svolta venerdì 12 marzo a Neveuisp.
Vederlo sfrecciare a ridosso delle porte è un'emozione unica: probabilmente in pochi avrebbero avuto lo stesso coraggio, perché di coraggio si tratta, e di passione, quella passione per la montagna e per la neve capace di spingerlo a sfidare e superare anche limiti fisici oggettivi.

"Scio da 10 anni - racconta Stefano, diciassette anni - e non riesco a concepire la mia vita senza sci e senza l'emozione e il gusto della velocità che questo sport sa regalarmi. La cultura della neve è qualcosa che mi appartiene, sono cresciuto in montagna, non potevo non salire sugli sci. Non nascondo di aver avuto paura, ma una volta acquisita la tecnica e le competenze giuste, le preoccupazioni hanno lasciato il posto al divertimento e alla voglia di gareggiare anche per confrontarmi con altri ragazzi, persone con le mie stesse difficoltà".

"In un giorno di nebbia come questo - ci spiega Mirco Panizzi, da due anni guida alpina di Stefano - le principali difficoltà sono legate al disorientamento indotto dalla scarsa visibilità che limita ancor più l'ampiezza del campo visivo. Alcuni ipovedenti medio-gravi vedono solo ombre, e la foschia può notevolmente peggiorare le cose. Per questo nello sciare si è sempre in contatto con un interfono, un mezzo indispensabile affinché la guida possa comunicare e anticipare all'atleta l'approssimarsi di un paletto o di una porta, il modo di approcciarla, la presenza di dossi, solchi o ghiaccio. Ciò che conta quindi è la capacità di trovare un linguaggio comune che consenta all'atleta di sciare in sicurezza, di concentrarsi sulle sensazioni e sulla distribuzione del peso, in poche parole che gli consenta di sentire la pista". Mirco e Stefano sono molto affiatati e si vede, sono un team in cui prevale feeling e rispetto: "quello che instaura tra guida ed atleta è un rapporto di totale fiducia - raccontano entrambi - il tempo che intercorre tra spiegazione ed esecuzione è brevissimo, occorre capirsi al volo, trovare un'intesa immediata". Quell'intesa nata praticando sport insieme e per un fine comune: la pratica dello sci come sport per tutti, nessuno escluso. Li rivedremo presto insieme, dal 1° al 5 aprile, saranno all'Abetone a disputare la cinquantunesima edizione dei campionati nazionali Uisp di sci alpino.

(servizio da Falcade di Silvia Saccomanno A.)

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